IL CECCHINO di Alessandro D.L. 3E sms Via Pintor
Il termine "cecchino ", oggi sinonimo di tiratore scelto o tiratore isolato che conduce una specie di guerra privata a metà strada tra l'imboscata e la caccia grossa, nacque durante la Grande Guerra sul fronte italiano. Così, infatti, i nostri soldati battezzarono quei tiratori scelti austriaci in scherno e disprezzo del loro vecchio Imperatore Francesco Giuseppe o, per dirlo all'italiana, Cecco Beppe, da cui cecchino. A parte la nascita ironica della terminologia, quando si parla di cecchini e per estensione di cecchinaggio, cioè il colpire dei soldati ( ma non solo) nemici stando appostati in luoghi nascosti e per lo più a tradimento, c'è poco da scherzare. Un solo tiratore abilmente appostato poteva bloccare per giorni dei soldati che per qualsiasi motivo erano costretti a transitare per un passaggio scoperto obbligato. Allora, per risolvere il problema, si rispondeva con la stessa arma. Si accendevano spesso lunghi duelli fra tiratori, che si davano la caccia reciprocamente, anche per giorni, in uno scontro che non ammetteva conclusioni diverse se non l'eliminazione del meno accorto. Il tiratore scelto austriaco era sempre in agguato, appostato con il suo Mauser munito di collimatore. Lo "Scharfschutze" in genere era un ex guardiacaccia delle riserve imperiali. A parte la certezza sulla derivazione del termine cecchino, come accennato sopra, non si sa però di preciso quando e come nacque l’uso di abbinare questo nome ai tiratori scelti austriaci. Il motivo probabilmente deriva dal fatto che il più delle volte l’azione del cecchino può considerarsi una vigliaccata nei confronti dell’avversario , ed essendo Francesco Giuseppe Imperatore d’Austria e d’Ungheria, senz’altro il personaggio più odiato all’epoca, dai soldati italiani, venne da sé abbinare il suo nome al nemico che sparava a tradimento, anche se nel corso della guerra fu adottata per necessità la stessa tecnica del “cecchinaggio” nei confronti del nemico austro-ungarico. In genere, i cecchini usavano , oltre che collimatori ottici per una mira di precisione, anche supporti fissi, come cavalletti che permettevano di prendere la mira, evitando così eventuali vibrazioni dovute al corpo.
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