LA VITA QUOTIDIANA NELL’ANTICA ROMA

LA CASA

I ricchi Patrizi svolgevano una piacevole vita all’interno delle loro splendide ville. Dall’esterno le case apparivano austere perché erano prive di finestre sui muri esterni.

Le case di città avevano tutte le stesse piante. L’atrium aveva un’apertura centrale sul tetto per far entrare la luce e un impluvium ossia una vasca per raccogliere l’acqua piovana.

Le stanze si affacciavano sull’atrium e sul retro spesso c’era un giardino porticato chiama peristilium.

Le case romane non avevano molti mobili e questo fatto non solo le faceva apparire ariose ed eleganti, ,a consentiva di apprezzare maggiormente le belle statue distribuite nelle stanze, i mosaici pavimentali e gli affreschi sui muri.

La domus di solito aveva letti, divani, armadi, tavoli, sedie, sgabelli e lampade a olio e chi poteva permetterselo impiegava materiali pregiati.

L’ABBIGLIAMENTO

Benché non siano rimasti i vestiti d’epoca romana, sappiamo come erano fatti dai dipinti e dalle statue. I materiali più usati erano la lana e il lino, mentre i tessuti più raffinati come il cotone e la seta erano molto più costosi perché provenivano dall’India e dalla Cina. L’avito classico era legato in vita da una cintura.

Solo i cittadini indossavano la toga, un taglio di tessuto che si avvolgeva al corpo e che ricedeva su una spalla, le toghe di solito erano bianche, salvo quelle dei senatori che erano color porpora.

I più poveri indossavano solo una tunica. Nelle zone fredde dell’Impero si indossavano mantelli di lana o di feltro, pantaloni e calde calzature di pelli. I ragazzi portavano la tipica bulla intorno al collo.

Sulla tunica le donne portavano un'altra tunica lunga fino alle caviglie chiamata stola su cui, eventualmente indossavano a spalla un drappo tipo scialle. I vestiti delle donne più agiate erano di seta o di cotone con disegni a colori vivaci.

Per assicura la tunica sulla spalla si usavano le fibiulae, che fungevano da spille di sicurezza peraltro molto più belle e artistiche.

LA CUCINA

Ai tempi dei romani era considerato un lusso avere la cucina; la gente più povera che viveva in appartamento, poteva ritenersi fortunata se e quando possedeva un semplice braciere o una griglia su cui cucinare.

I romani più poveri non avevano la cucina ed erano così costretti ad andare a mangiare fuori. Potevano farlo in bettole o taverne o portare il cibo a cuocere nel forno dei panettieri.

I romani non avevano frigorifero così gli alimenti deperibili venivano consumati in fretta per paura che andassero a male o conservati sotto sale o in salamoia.

Si usavano spezie e salse forti per coprire l’aspro delle carni e del pesce inaciditi. Tra le salse la più amata era la liquancia fatta con erba e sale ricavata dal pesce.

I romani cucinavano uccelli esotici come gru, pavoni, fenicotteri. Una cena consisteva in tre portate: gustatio (antipasti come insalate e uova), primae mensae (fino a sette piatti di carni e pesce) e secundae mensae (frutta, noci e dolci col miele).

SVAGHI E DIVERTIMENTI

Nei momenti di relax i romani giocavano, andavano alle terme, ascoltavano musica. Molto amati erano i ludi che includevano corse con i cocchi, incontri di gladiatori e spettacoli teatrali. Promossi dagli imperatori o dai senatori in onore degli dei o in occasione di una vittoria militare, questi intrattenimenti erano un modo per guadagnarsi il favore della gente.

Per i romani il teatro era parte integrante della vita e spesso le case erano ornate con decorazioni di scena. I romani amavano il teatro ed in particolare le commedia. Durante lo spettacolo se la platea era rumorosa veniva richiamata all’ordine dall’impresario.

I romani amavano le molto le terme dove oltre a rilassarsi, lavarsi e fare i bagni di vapore giocavano a palla e si allenavano nei cortili.

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