Il Monte Sacro
di Alessandro De L.
Foto di
Francesca R. C.L’importanza di Monte Sacro risale a 2500 anni fa con l’episodio di Menenio Agrippa e precisamente in età repubblicana, nel 500 a.C. . In quel tempo la popolazione romana era divisa in tre fasce: i patrizi, che erano i figli dei fondatori della città di Roma . I plebei, discendenti di coloro che erano venuti sui sette colli da altre città: forestieri, immigrati, nullatenenti in cera di lavoro, con antenati ignoti; gli schiavi, che erano considerati come cose.
I plebei non godevano di diritti politici e, in parte, di diritti civili.
la fontana di Monte Sacro - foto di Federica S.
Nel 494 a.C. i plebei, per protesta, abbandonarono la città di Roma e s’incamminarono per la via Nomentana e raggiunsero Monte Sacro, perché volevano fondare un’altra città. I patrizi si trovarono in difficoltà e inviarono il magistrato: Menenio Agrippa (vir clarissimus), le cui origini (oriundus) erano plebee, per convincere i ribelli a ritornare alle proprie case. E Menenio Agrippa raccontò un apologo divenuto famoso." Le membra del corpo umano non vollero più lavorare per lo stomaco, che rimaneva inerte e passivo; pertanto le mani non portarono più cibo alla bocca e i denti non masticarono più ed ogni attività venne sospesa. In poco tempo tutto l’organismo s’indebolì e sopravvenne la rovina generale. Lo stomaco rappresentava i patrizi, la plebe gli altri organi, e il corpo lo Stato. Questo apologo voleva mettere in evidenza che tutti avevano un compito preciso ed erano indispensabili per far funzionare bene la società. Menenio Agrippa convinse i plebei a tornare a Roma e così ottennero il riconoscimento dei loro diritti con i Tribuni della plebe. I Tribuni rappresentavano i cittadini di umili condizioni e ne tutelavano gli interessi. Essi godevano del diritto di veto, potevano cioè opporsi alle leggi che giudicavano dannose alla plebe ed impedirne l’esecuzione. Erano eletti dal popolo e la loro persona era sacra e inviolabile. Così si ottennero le prime leggi scritte che furono incise su XII tavole di bronzo ed esposte al Foro. In seguito i plebei ottennero il diritto di sposarsi con i patrizi e poterono aspirare alle cariche pubbliche più importanti. Gli storici antichi non sono concordi nell’indicare come luogo di secessione il Monte Sacro, e alcuni parlano dell’Aventino, monte molto noto a quei tempi e oggi ricco di ruderi. Sull’Aventino i plebei avrebbero goduto dell’
EXTRATERRITTORIALITA’ e non sarebbero stati attaccati dai militari. Oggi sul Monte Sacro come unica testimonianza rimane solo un po’ di calcestruzzo, forse ciò che resta delle fondamenta del tempietto a Giove Terrifico , in ricordo della secessione della plebe romana. In età imperiale, nello stesso sito, fu costruita una villa lussuosa che fino a 500 anni fa era ancora visibile.