LA MEDICINA A ROMA
di Alessandro D. L.
Prima del periodo imperiale la conoscenza della medicina a Roma era un miscuglio di pratiche magiche introdotte dall’Etruria.
Non si conosceva il corpo umano, per questo era diffusa la credenza che la milza fosse la sede del riso, il fiele dell’odio, il fegato dell’amore, il cuore dell’intelligenza, i polmoni della boria ecc.. Le medicine si vendevano senza ricetta nelle botteghe di unguentarii, di seplasarii, di turarii, di pigmentarii ecc. Il pharmacopola, "venditore di farmaci", era un ciarlatano che tanto più abile era nella chiacchiera più vendeva. Le medicine di per sé non erano nocive ma potevano diventarlo se mischiate con altre per inesperienza e superstizione. La medicina pubblica fu introdotta in età imperiale; a praticarla erano gli archiatri, che avevano l’obbligo di curare tutti e ,gratuitamente, anche i poveri. La pratica medica fu introdotta a Roma dalla Grecia, per questo il medico era libero di somministrare le terapie che riteneva idonee, a differenza dell’Egitto dove il medico doveva applicare una medicina tradizionale obbligatoria e, solo dopo aver avuto dei risultati negativi, era autorizzato a intervenire secondo le proprie conoscenze ed esperienze. La preparazione scientifica dei medici avvenne molto tardi con corsi regolari negli auditoria che però non avevano esami e diplomi. Nelle case antiche era il pater familias a preparare le medicine per tutti i membri della famiglia , schiavi compresi. La medicina più famosa era il laserpicium, usata per curare i malanni più svariati : disturbi digestivi, circolatori, convalescenze, piaghe, ferite e ascessi, e rendeva innocuo il veleno dei serpenti e degli scorpioni.
I medici per le malattie interne si chiamavano clinici , quelli famosi giravano con un codazzo di medici esordienti. Gli oculisti erano tra i più numerosi; sono stati ritrovati molti sigilli di pietra con incisi stampi di etichette di colliri. La chirurgia estetica era molto praticata soprattutto per cancellare i marchi sulla pelle di schiavi, ladri e fuggitivi.