Nel mondo 12 milioni di schiavi
da www.corriere.it 11 maggio 2005
La metà è composta da minorenni. La maggioranza sfruttata dal settore privato. Asia e America Latina le aree più a rischio.
GINEVRA- Un mondo pieno di schiavi. Nel globo ci sono ancora 12.3 milioni di uomini e donne condannati al lavoro forzato e circa la metà ha meno di 18 anni. La denuncia arriva dall'Ilo (International Labour Organization), che ha pubblicato un rapporto denominato «Alleanza globale contro il lavoro forzato». «Un tale piaga sociale non dovrebbe esistere nel mondo moderno», ha affermato il Direttore Generale dell'Ilo, Juan Somavia presentando lo studio a Ginevra.
Secondo le stime dell'Ilo 2.5 milioni di persone sono costrette al lavoro forzato dallo Stato o da gruppi militari ribelli, ma la maggioranza dei moderni forzati (9.8 milioni) viene sfruttata nel settore privato.
Di questi, circa 2.4 milioni di persone sono vittime della tratta di esseri umani, afferma l'Ilo, fornendo la prima stima mondiale dei profitti generati dallo sfruttamento del lavoro di donne, uomini e bambini vittime della tratta di esseri umani: un totale di 32 miliardi di dollari l'anno, equivalente ad una media di circa 13mila dollari l'anno per ogni vittima.
La percentuale dei lavoratori forzati nel mondo vittime della tratta varia da un luogo all'altro. Nei Paesi industrializzati, in quelli in transizione nonché nel Medio Oriente e nell'Africa del Nord, la quota delle vittime della tratta arriva al 75% del totale. In Asia, America Latina e nell'Africa Sub-Sahariana, la percentuale delle persone coinvolte rappresenta meno del 20% delle vittime totali. Ma in generale - afferma l'Ilo - il lavoro forzato è un problema mondiale che riguarda tutti i Paesi, tutte le regioni del mondo e tutti i tipi di economie.
Secondo le stime - ma il fenomeno è difficile da misurare - la regione nella quale si trova il maggior numero di persone sottoposte al lavoro forzato è l'Asia, con 9.5 milioni. L'America Latina e i Caraibi contano complessivamente 1.3 milioni di persone sottoposte al lavoro forzato mentre l'Africa Sub-Sahariana ne conta 660.000, il Medio Oriente e l'Africa del Nord insieme ne totalizzano 260.000.
Nei Paesi industrializzati le vittime sono 360.000 e 210.000 nei Paesi con economie in transizione. I minori di 18 anni pagano il più alto tributo rappresentando complessivamente il 40-50 % delle vittime del lavoro forzato nel mondo. Lo sfruttamento di individui a scopo economico colpisce inoltre più donne e bambine (56%) che uomini e ragazzi (44%). Ma il divario è particolarmente enorme nel settore dello sfruttamento sessuale a scopo di lucro: il 98% delle vittime è costituito da donne e ragazzine.
Il rapporto mette in evidenza le forme emergenti di lavoro forzato che colpiscono i lavoratori migranti, in particolare i migranti irregolari nei Paesi di destinazione sia ricchi che poveri. Per Somavia, «il lavoro forzato è il rovescio della globalizzazione ed è un insulto ai diritti e alla dignità degli esseri umani». È quindi fondamentale sradicarlo, ha affermato il Direttore Generale dell'Ilo, lanciando un appello per «un'alleanza globale contro il lavoro forzato».