Franz Kafka

(Praga 1883 - Kierling 1924)

Scrittore praghese di lingua tedesca, è uno degli autori più importanti e più complessi della letteratura moderna. Di famiglia ebrea della media borghesia, dopo la laurea in legge lavora in una società di assicurazioni. Malato di tubercolosi, fu ospite di diversi sanatori e le degenze divennero sempre più frequenti e lunghe. Morì in un centro di cura austriaco.

I temi che Kafka affronta nelle sue opere sono vari : la solitudine, l’isolamento, l’alienazione della società industriale, il senso di colpa dell'individuo (oppresso da forze anonime e misteriose ), l’ansia esistenziale , il conflitto tra padri e figli ( la figura paterna viene anche interpretata come personificazione del potere ), il rapporto tra l’uomo e una divinità inafferrabile; le sue opere sono caratterizzate da atmosfere fortemente inquietanti, a tratti persino ossessionanti e claustrofobiche, perché i personaggi di Kafka sono sostanzialmente delle vittime dell’esistenza, che appare dominata da forze misteriose e assurde. Ed è attraverso queste tematiche che Kafka riesce pienamente a rappresentare la crisi dell'uomo dell'inizio del Novecento, con tutte le contraddizioni e i disagi che derivano soprattutto dal grande sviluppo economico.

Il linguaggio, anche se chiaro e in parte ironico, risulta ricco di simboli , metafore ed allegorie, ed è in grado di creare e descrivere situazioni assurde, inspiegabili e cupe, e non mancano aspetti espressionisti ( con la deformazione del reale ) e surrealisti ( dando espressione al mondo dell’inconscio). Emblematico quello che che Kafka scrive in una lettera ad un suo amico : ".. Io credo che si dovrebbero leggere solo quei libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia come un pugno in testa, perché lo leggiamo allora ….. ?".

 

Esemplare da questo punto di vista è La metamorfosi (1916), il lungo racconto che ha come protagonista Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che, svegliandosi un mattino, si trova trasformato in un grosso scarafaggio: in quel momento la sua preoccupazione non è la metamorfosi subita ma l'ansia di perdere il treno e di non concludere gli affari necessari per mantenere quella famiglia che è , poi, la prima a rifiutarlo e a provocarne la morte. Un orrore altrettanto forte lo si ha nelle pagine del racconto Nella colonia penale (1919), dove con fredda precisione viene descritto uno strumento di morte, una macchina costruita per uccidere i condannati perforandoli con aghi che incidono sul loro corpo il nome del reato commesso.

Anche nei romanzi ( incompiuti ) ritroviamo atmosfere, temi e registri analoghi : "Il processo" (1925) è la storia di Josef K., un impiegato di banca accusato di un imprecisato reato , che , processato, alla fine si convince di essere davvero colpevole; in "America" (1927), è narrata la vicenda di un giovane che, per espiare una presunta colpa d'amore, viene mandato in America, dove si smarrisce perché quel mondo gli risulta incomprensibile ed estraneo.

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