Gli illuministi

Voltaire

Saggio sui costumi (1756), studio del progresso umano nel quale Voltaire condannò il ricorso al sovrannaturale e denunciò il potere del clero, pur rivelando apertamente la propria fede nell'esistenza di Dio.Nel poema filosofico Il disastro di Lisbona (1756) affrontò il problema del male, che non si può risolvere facendo "dell'infelicità di ciascuno una felicità di tutti"; romanzo satirico e filosofico brillante, Candido ovvero l'ottimismo (1759) è una serrata e divertente demolizione dell'ottimismo leibniziano circa il "migliore dei mondi possibili" e una difesa dell'approccio empirista alla realtà; infine il Dizionario filosofico (1764), che resta una delle sue grandi opere, riassume queste linee di pensiero in una forma che ben illustra l'ambizione illuministica di abbracciare la totalità delle conoscenze umane. Nel rifugio appartato lo scrittore elaborò inoltre centinaia di libelli e volantini satirici che mettevano a nudo ogni genere di abuso. Quanti subivano una persecuzione per le loro opinioni trovarono in Voltaire un mallevadore eloquente e autorevole, nemico di ogni religione intollerante e fondata sul fanatismo.Esemplare resta in tal senso il suo impegno personale affinché fossero riaperti due celebri casi giudiziari – quello Calas, del 1762, evocato da Voltaire nel Trattato sulla tolleranza, e quello Sirven, di due anni successivo – viziati dal pregiudizio religioso verso gli imputati. Al cristianesimo Voltaire preferiva il deismo, una forma di religione puramente razionale; già nel Candido, infatti, aveva analizzato il problema del male nel mondo presentando le sventure accumulatesi nel corso della storia in nome della religione. Il filosofo tornò infine a Parigi, fra autentiche manifestazioni di trionfo, per la prima della sua tragedia Irene, rappresentata nel marzo del 1778, e il 30 maggio morì, privato d'ogni conforto religioso e sepolto quasi clandestinamente fuori città. Ma a Parigi le sue ceneri sarebbero tornate nel 1791, solennemente tumulate nel Panthéon.Le contraddizioni insite nel carattere di Voltaire si rispecchiarono nelle sue opere come nelle opinioni della critica. Fondamentalmente egli rifiutava tutto quanto apparisse irrazionale e incomprensibile e sollecitava gli uomini del suo tempo a lottare contro l'intolleranza, la tirannia e la superstizione. I cardini su cui si reggeva la sua etica erano la libertà di pensiero e il rispetto per ogni individuo, mentre il suo concetto di letteratura presupponeva in ogni opera un'utilità pratica e un contributo alla risoluzione dei problemi del tempo. Queste idee fecero di Voltaire una figura centrale del movimento filosofico del XVIII secolo, incarnato dagli autori della celeberrima Encyclopédie francese.

 Rousseau
 il trattato politico Il contratto sociale (1762), con il quale, assumendo le difese della volontà popolare contro il diritto divino dei re, contribuì a preparare il terreno ideologico sul quale si sviluppò la Rivoluzione francese.Nei due Discorsi del 1750 e del 1754 Rousseau svolse una critica morale dei mali della società del suo tempo, intesa come il regno della falsità e della corruzione, in cui prevalevano la bramosia di ricchezza, l'ambizione, la vanità, la sopraffazione. La tesi di Rousseau era che questi mali non sono connaturati all'uomo, ma a cause estranee alla sua natura e connesse alla diffusione della disuguaglianza economica. Alla società attuale egli opponeva uno stato di natura che, diversamente dalla teorizzazione di Hobbes, era inteso da Rousseau come una condizione in cui gli uomini vivevano "liberi, sani, buoni e felici". Più che un preciso fatto storico, la nozione di questo stato naturale serviva a Rousseau come criterio normativo per criticare la società del suo tempo. In tal modo, Rousseau finì per contrapporsi agli altri filosofi illuministi, in quanto all'ottimismo scientifico e filosofico di questi sostituiva una visione morale fondata sui valori dell'interiorità e sulla considerazione dello stato presente come condizione di decadenza e di corruzione rispetto a uno stato originario.Con il Contratto sociale Rousseau delineò un modello di convivenza politica entro il quale l'individuo, obbedendo alla legge, non cessava però di essere libero. Ciò è possibile nella misura in cui la legge, anziché essere espressione dell'arbitrio di un sovrano assoluto, esprime invece la volontà generale: obbedendo a essa, ciascun individuo obbedisce a se stesso, poiché, secondo Rousseau, nella volontà generale, che ha come suo scopo l'interesse sovraindividuale della collettività, l'io di ciascuno si identifica con l'io di tutti (Vedi Contrattualismo).Se nel Contratto sociale Rousseau teorizzava la rigenerazione della società, nell'Emilio egli cercava la strada per una rigenerazione dell'individuo secondo un programma educativo rinnovato. La pedagogia dell'Emilio si fonda sul concetto di "educazione negativa", ossia di un'educazione che "non inculca alcuna virtù, ma previene il vizio; non insegna la verità, ma preserva dall'errore"; "essa prepara il fanciullo a tutto ciò che può condurre al vero quando sarà capace di comprenderlo, e al buono, quando sarà capace di amarlo". È dunque necessario che l'educatore rispetti la personalità del fanciullo in tutta la sua integrità e nella gradualità dei suoi sviluppi; egli non deve formare positivamente questa personalità, ma consentirne lo sviluppo libero.Con la sua dottrina sociale e politica Rousseau è stato certamente all'origine delle concezioni della moderna democrazia. Tuttavia alcuni storici ritengono che anche le moderne ideologie totalitarie si siano ispirate, almeno in parte, alla sua concezione dello stato come incarnazione dell'astratta volontà generale di una collettività. Le teorie pedagogiche di Rousseau favorirono invece metodi educativi più permissivi e più attenti all'aspetto psicologico dell'educando, esercitando un profondo influsso su riformatori come lo svizzero Pestalozzi e altri pionieri della moderna pedagogia. La Nuova Eloisa e le Confessioni inaugurarono un stile letterario nuovo, permeato da un'intensa esperienza personale nell'indagare la dimensione emotiva e il conflitto tra valori morali e terreni. Sebbene Rousseau condividesse lo spirito dell'illuminismo, per la sua appassionata difesa della ragione e dei diritti degli individui, egli al tempo stesso anticipò alcuni aspetti del romanticismo, impegnandosi in un'appassionata difesa del sentimento e della profondità dell'esperienza soggettiva.

Condorcet si impegnò in una difesa del principio democratico della volontà della maggioranza la Relazione sull'istruzione pubblica, in cui delineò un rivoluzionario progetto educativo, basato sul riconoscimento dell'importanza dell'uguaglianza nel campo dell'istruzione; in campo politico, si oppose agli eccessi del Terrore contro i girondini, scontrandosi con Robespierre. Proscritto dal Comitato di salute pubblica, dovette nascondersi, e nel suo rifugio compose l'Abbozzo di un quadro storico dei progressi dello spirito umano (1795, postumo). In quest'opera Condorcet delineò i progressi dell'umanità in nove epoche, sfocianti in una futura decima epoca, nella quale si approssimerebbe la perfezione umana grazie all'inarrestabile progresso della ragione. Accusato di cospirazione, tentò di fuggire ma venne scoperto e imprigionato; il giorno seguente fu trovato morto.

Montesquieu,

Lettere persiane, pubblicate anonime nel 1721, sferzò un attacco alla Francia del suo tempo, mettendone alla berlina gli ambienti politici, religiosi e letterari. In quest'opera, che ebbe larga diffusione, Montesquieu si impegnò in un'appassionata difesa della tolleranza, inaugurando la stagione dell'illuminismo. Considerazioni intorno alle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza, in cui la storia di Roma, la sua ascesa e il suo declino vengono ricondotti a cause umane e naturali in opposizione alle tradizionali concezioni provvidenzialistiche. Il capolavoro di Montesquieu, Lo spirito delle leggi, uscì nel 1748. In questo fondamentale testo di teoria della politica Montesquieu esamina le tre principali forme di governo, repubblica, monarchia e dispotismo, e le leggi che ne regolano il funzionamento, ponendole in relazione con le condizioni climatiche, geografiche ed economiche del territorio e con gli usi e i costumi dei differenti popoli. Da questa analisi emerge un modello di stato ideale, basato sulla separazione tra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, che costituisce uno dei cardini del pensiero liberale moderno.

indietro