Alla stesura del documento hanno collaborato tutti gli alunni della 2^ E a.s. 2004/5:
A. Giulia B. Francesco B.Riccardo C.Matteo C. Giulia C. Tommaso D. Massimo D. V. Lorenzo
D. E. Maria Carla F. Francesco G. Ilaria G.Alison G. Giacomo G. Domiziano G. Gianluca L. Fabiana
M. Barbara M. Sabrina M. C. Giulia P.Ilaria P. Lorenzo P.Stefano P. Simone R.Arianna S.Domizia
T. Federico T. Luca
Il discriminare gli altri è un atteggiamento di rifiuto nei confronti di coloro che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre.Questa forma di razzismo si manifesta contro tutte le diversità : contro chi ha un altro colore di pelle, un’altra lingua, un’altra religione e abitudini e origini diverse. Ma il "razzista" , per noi, è qualcuno che sicuramente soffre di un complesso di inferiorità perché il suo disprezzo verso tutto ciò che è altro da lui ha origine dalle sue insicurezze, dal timore che suscita il confronto con " l’altro ".C’è , poi, chi sfrutta questa paura della gente per interessi politici ed economici, e una conferma l’abbiamo dalle grandi tragedie del passato e, purtroppo, del presente.
Possiamo allora dire che il razzismo nasce dal disagio psicologico e sociale, dall’assenza di valori umani certi e soprattutto dall’ignoranza, che alimenta le paure più assurde; ma il modo migliore per superare idee e atteggiamenti sbagliati è imparare a scoprire noi stessi, a conoscere e a confrontarsi con gli altri, a considerare le " differenze" una ricchezza per l’uomo.
Prima di continuare con le nostre riflessioni e considerazioni sul tema delle diversità fonte di discriminazioni, vogliamo riportare i risultati di un sondaggio, fortunatamente andato piuttosto bene, fatto in tre classi della nostra scuola media ( due seconde e una terza; 73 alunni in totale, di cui 40 femmine e 33 maschi ).
-Secondo te esistono razze migliori di altre?
Non so 3% Si 4% No 93%
-Se tu dovessi assistere a un episodio di razzismo come reagiresti?
Mi allontanerei 14% Difenderei la vittima 83% Mi schiererei con gli aggressori 3%
-Hai mai assunto atteggiamenti razzisti?
Mai 67% Qualche volta 30% Spesso 3% Sempre 0%
-Se incontri una persona “diversa” da te, cosa provi?
Indifferenza 40% Fastidio 9% Curiosità 51% Diffidenza 0%
-Se un tuo coetaneo appartiene a una “cultura” diversa, come ti comporti?
Lo allontani 0% Lo ignori 4% Lo avvicini 96%
-Secondo te oggi la condizione della donna è migliore o peggiore rispetto al passato?
E’ rimasta invariata 7% Migliore 93% Peggiore 0%
-Ancora oggi in alcuni Stati le donne svolgono un ruolo subordinato. Che ne pensi?
E’ giusto 0% Non è giusto 87% Non mi interessa 13%
-Per te le donne debbono avere gli stessi diritti degli uomini?
Si 69% No 5% In parte 26%
Come già avevamo anticipato, dal nostro sondaggio, davvero semplice e certamente essenziale, non arrivano segnali allarmanti, ma da altre indagini condotte nel nostro Paese risulta che ,di solito, un ragazzo italiano su 5, fra i 14 e i 18 anni di età, mostra atteggiamenti di evidente rifiuto verso le minoranze etniche e culturali. È questo uno dei più preoccupanti risultati che emergono sulla diffusione dell’intolleranza fra i giovani italiani.
Mentre qualche anno fa la tolleranza sembrava un valore condiviso in molti ambienti culturali e sociali, ora è l’intolleranza che sembra sempre più accettata, senza suscitare eccessivo scandalo. Eppure oggi nessuno obietta più sul fatto che il segretario di Stato degli USA sia una donna di colore e è evidente a tutti come non sia possibile sostenere teorie relative alla superiorità razziale; però più del 50% degli italiani sostiene che "gli extracomunitari rendono insicure le nostre città" e "alimentano la criminalità". Circa il 50% crede che "stiano diventando più di noi". Più del 50% crede che tutti i musulmani abbiano "leggi crudeli e barbare " e che "sostengano il terrorismo internazionale". Il rapporto con gli immigrati ( detti extracomunitari, perché spesso non appartengono a Paesi dell’Unione Europea), non è facile, in quanto si tratta di popoli diversi con proprie esigenze culturali, sociali e religiose, però in qualche modo ci stiamo abituando a vivere in una società multietnica, dove uomini di etnie, religioni e abitudini diverse abitano nelle stesse località. Ma, nonostante tutto, l’incomprensione, la voglia di emarginare e di espellere non demordono, e non si trova poi tanto scandaloso parlare di guerre di religione o di pulizie etniche. Assumere, inoltre, tali comportamenti e posizioni significa anche avere l’opportunità e il pretesto di scaricare sugli altri la responsabilità dei nostri insuccessi .
Un’altra diversità fonte di assurde discriminazioni è quella che ha segnato, dall’età più antica, la donna, da sempre sottomessa all’uomo, il quale in tutte le società ha utilizzato la propria forza fisica e l’indole aggressiva per assegnare alla sua "compagna" un ruolo subalterno.
Da secoli le donne sono state trattate "diversamente", persino sospettate di non possedere un’anima, escluse dall’istruzione e costrette a stare dentro casa per imparare i lavori domestici.Oggi le cose sono un po’ cambiate, ma limitatamente al cosiddetto "emisfero occidentale", perché altrove la donna vive ancora in una condizione di forte inferiorità e l’emancipazione è davvero lontana: non può mostrarsi liberamente in pubblico; è vittima di mutilazioni vergognose; è costretta all’aborto selettivo –quando il feto è di sesso femminile-; se non rispetta le regole della comunità, rischia la morte per lapidazione.
Certo, in alcuni Stati, sempre non "occidentali", la donna gode anche di qualche diritto, come quello del lavoro, per aspirare ad una sua "indipendenza" economica, ma pur svolgendo i 2/3 del lavoro riesce a guadagnare appena il 5% del reddito totale e possiede meno dell’1% delle proprietà.
Ora dobbiamo concludere, però una domanda ce la poniamo : che si può fare per combattere le frustrazioni, le fobie, i pregiudizi e le ingiustizie che tormentano il mondo in cui viviamo ? Per quanto ci riguarda, una risposta sicura non l’abbiamo, però la scuola può fare molto perché è in grado di aiutarci a crescere in modo da star bene con noi stessi e, quindi, anche con gli altri ; molti di noi hanno sperimentato che è possibile abbattere il muro delle diversità e stare insieme, senza distinzioni, in piena armonia, liberi da tensioni e conflitti.
Roma,26 aprile 2005