Il Danubio
Il percorso
Nasce sulla Foresta Nera ed è il secondo fiume d'Europa per lunghezza ( 2.860 chilometri ), dopo il Volga; attraversa e lambisce numerosi Paesi: Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria Romania e Ucraina. Bagna tre capitali: Vienna, Budapest, Belgrado.
La storia
E' stato I'ultimo dei grandi fiumi d'Europa a entrare nel numero dei corsi d'acqua internazionali. La libertà di navigazione venne sancita per la prima volta al congresso di Parigi del 1856 e confermata da una convenzione firmata a Belgrado nel 1948
Il commercio
E' una delle principali vie d’acqua per il commercio europeo. Proprio al commercio deve la sua fama, oltre che agli artisti che ne hanno cantato la limpidezza e la «magia» delle acque
Il degrado, l’inquinamento e la catastrofe ambientale
Il messaggio di pericolo per la fauna e per l’uomo arriva con un sentore di mandorle amare che si sparge lungo il fiume Tisa. E' 1'odore del cianuro che ristagna ormai anche sulle rive del Danubio, di cui il Tisa è uno dei principali affluenti. In Romania e soprattutto in Ungheria, dilaga la paura: la catastrofe ambientale, provocata dalla negligenza dell'uomo nella miniera aurifera romena di Araul, è ormai in atto. Milioni di persone sono coinvolte in quello che può essere uno dei peggiori disastri degli ultimi anni, e in un’area, quella danubiana, già avvelenata dagli incendi delle raffinerie durante la guerra nel Kosovo.
Anche in alcune zone rurali della Serbia, attraversate dal Tibisco (nome serbo della Tisa) è già allarme: vi sono state morie di pesci e c'e molta preoccupazione in alcune città – fra cui Belgrado – che traggono da questi fiumi le loro riserve di acqua potabile. Gli esperti non appaiono molto preoccupati perché, dicono, la maggior parte delle sostanze tossiche si starebbe lentamente diluendo nella gran massa d'acqua. Intanto in Ungheria, per chilometri e chilometri, il passaggio dell'onda di cianuro lascia dietro di sé uno scenario di desolazione. Fortunatamente, almeno per ora, non si hanno notizie di danni diretti all'uomo.
Ma sulle rive si accumulano ormai tonnellate di pesci morti, e distese di piante avvelenate confermano che 1'ecosistema di vaste zone è ormai compromesso (ci vorranno anni per riequilibrarlo) . Muoiono anche gli uccelli, si inquinano le falde acquifere, può diventare pericoloso innaffiare 1'orto di casa o, perfino, lavare la biancheria. Per bere, si ricorre solo agli acquedotti con i filtri. «Come a Chernobyl», hanno titolato in prima pagina i principali quotidiani ungheresi. E ovunque, nelle decine di villaggi lungo il Tisa e il Danubio, si è assistito a scene di disperazione: migliaia di persone che lanciavano fiori nelle acque plumbee, celebrando i «funerali» dei fiumi; bandiere nere alle finestre; processioni guidate dai sacerdoti.
Cresce anche la rabbia contro i proprietari della miniera di Araul, che non avrebbero applicato le misure di sicurezza.
Sia la società australiana , sia il governo romeno, che posseggono ciascuno il 50 per cento della miniera, sono sotto accusa. I responsabili della società mineraria hanno detto di non credere che il cianuro possa avere ucciso da solo tonnellate di pesci; e hanno insinuato che la la «fuga» delle acque avvelenate, al di sopra dei muraglioni della diga di Araul, potrebbe anche essere stata provocata dalle eccezionali condizioni di maltempo. C’è chi ha commentato la cosa con una battuta: «Milioni di pesci sono morti di polmonite ! ».