Complesso monumentale di S. Agnese

(alunni a.s. 2001\2002 )

basilica di S. Agnese,mausoleo di S. Costanza e catacombe

 

 

S. Agnese fuori le mura

Insieme alla vicinissima S. Costanza è forse il più importante monumento dell'età paleocristiana-altomedievale( 300-1000 d.c.) in Roma. Dedicata all'omonima santa, tra le più venerate tuttora in Roma , la cui leggenda è tra le più suggestive e note. Fu eretta nel 342 sopra l’area cimiteriale che accoglieva le spoglie( il corpo) della santa. In questa prima fase era un'enorme basilica-cimitero con navate laterali, le cui maestose rovine (della parte absidale) sono ancora visibili per chi osservi il complesso dalla zona di piazza Annibaliano, a valle.

 

La basilica cimiteriale cadde presto in rovina, e al suo posto, fu edificata al tempo di papa Onorio I (625-638) la chiesa attuale,un esempio di basilica di stile bizantino a Roma. La facciata è quasi tutta una semplice ricostruzione moderna, poiché in origine la chiesa, come tutte le basiliche cimiteriali, era parzialmente interrata, e mostrava in superficie solo il livello superiore, per cui dall'esterno si entrava nella chiesa direttamente per i matronei ( vedi più avanti ), per poi scendere al piano della navata e da qui nei vari livelli delle catacombe sottostanti.

Questo carattere a più livelli dell'edificio lo si può ancora notare entrando da Via Nomentana, dove è l'abside, affiancata da un bel campanile con bifore rinascimentali. Dal numero 349 si accede ad un cortile interno al convento, poi a un piazzaletto, in cui si apre una larga scalinata marmorea del 1590 che scende, tra pareti ricche di frammenti marmorei e iscrizioni provenienti dalle catacombe, al livello della chiesa. L'interno è preceduto da un nartece(ingresso con portico-tettoia con colonne- destinato ai penitenti e a coloro che non avevano ancora ricevuto la cresima) elemento architettonico assai raro in Roma, ed è suddiviso in tre navate, divise da colonne antiche di recupero dai bellissimi capitelli corinzi; al piano soprastante corrono i matronei, con colonne del VII secolo, mentre il soffitto a cassettoni, in legno dorato, è opera del 1606.

Un restauro del 1855 circa è motivo degli affreschi nella navata centrale e nell'abside ( la navata centrale termina in forma semicircolare, ove si trovano posti a sedere ), opera tra gli altri di Pietro Gagliardi. Nel catino absidale è lo splendido mosaico dell'epoca di Onorio I (625-638), uno dei più interessanti esempi di quest'arte a Roma; al centro si trova la figura di S. Agnese, con ai piedi i simboli del martirio ( spada e fiamme ), ai lati i pontefici Simmaco e Onorio, quest'ultimo col modello della chiesa nelle mani; tutti emergenti dallo sfondo oro. Il passaggio ad un nuovo stile è visibile , infatti ancora nel secolo precedente le figure erano immerse in un fondo azzurro.

Bellissimo è anche il rivestimento marmoreo dell'abside, di cipollino, spartito da paraste (pilastro sporgente da una parete ) di porfido. Il ciborio ( piccola costruzione su 4 colonne che contiene l’altare ) secentesco, retto da colonne antiche di porfido, riutilizzate, copre l'altare, sotto il quale sono i resti delle sante Agnese e Emerenziana. Sopra l'altare, statua di S. Agnese, opera del 1605 di Nicolas Cordier, che la eseguì aggiungendo ad un torso di scultura antica di alabastro la testa, le mani e la veste di bronzo dorato, uno dei più bei esempi di "restauro-riutilizzo" archeologico, e al tempo stesso di scultura tardomanierista romana.. Usciti di nuovo su via Nomentana, poco oltre, un sepolcro di marmo e laterizio di età romana, proveniente da Tor di Quinto e qui ricomposto.

S. Costanza

Interessante edificio della tarda antichità, più che medievale. Vicino alla basilica di S. Agnese, merita un discorso a parte, essendo sorto come mausoleo annesso alla vastissima basilica cimiteriale eretta da Costantino su di un fondo imperiale lungo la via Nomentana, basilica la cui dimensione originaria viene suggerita dal gigantesco rudere absidale che si erge in direzione della sottostante piazza Annibaliano. Queste enormi basiliche, sorte in prossimità della tomba di un martire venerato, e tutte di fondazione imperiale da parte della famiglia dei Costantinidi, avevano spesso annessi dei grandi mausolei. La chiesa di S. Costanza era il mausoleo originariamente eretto per Costanza, figlia di Costantino, che successivamente venne trasformato in battistero della basilica di S. Agnese, sorta nel VII secolo, e a partire dal 1254 trasformato in chiesa. L'edificio è una costruzione a pianta centrale, a cui si accede dal nartece, absidato ai lati.

L'interno colpisce immediatamente per la forza del ritmo delle sue strutture, tipiche dell'architettura tardoromana (l'edificio risale al 342), modulate dalla luce che proviene dai finestroni sottostanti la cupola. Questa è sorretta da dodici coppie di colonne di granito, con elaborati capitelli su cui poggiano pulvini, cioè una sorta di cuscini marmorei che hanno il compito di suggerire un maggior slancio delle arcate che vi poggiano sopra.

La cupola era coperta fino al 1630 circa da meravigliosi mosaici, così come le pareti tra gli archi e la cupola ricoperte di incrostazioni marmoree a opus sectile (tarsie); poi una minaccia di crollo portò sotto Urbano VIII a eliminare tutto. Lo splendore dell'ambiente originario è comunque suggerito dall'ambulacro( corridoio) circolare che gira attorno al vano centrale, la cui volta a botte è tuttora ricoperta da magnifici mosaici del IV secolo, alternativamente spartiti tra motivi geometrici e scene di vendemmia, soggetto legato al tema dell'immortalità dell'anima.

 

Nelle campate a destra e sinistra dell'ingresso, Costanza e Annibaliano, suo marito. Le scene figurative, così come quelle geometriche, tutte su fondo bianco, rientrano nell'arte tardoromana. Due mosaici(fine IV secolo), sono nelle due absidiole semicircolari a destra e a sinistra, raffigurando rispettivamente la Consegna delle chiavi e la Traditio Legis, mosaici pesantemente restaurati nel secolo scorso. Nella nicchia quadrata opposta all'ingresso è un calco del sarcofago in porfido di Costanza, il cui originale fu trasportato da qui nei Musei Vaticani agli inizi del secolo scorso, insieme all'analogo sarcofago di S. Elena da Tor Pignattara

Uscendo dal complesso monumentale sulla via Nomentana si passa per gli edifici del convento e della canonica, di origine quattrocentesca, ma rifatti in larga parte nel 1856; vi sono conservati anche resti di affreschi del XIII secolo.

Le catacombe di S. Agnese

Dall’interno della basilica si può accedere alle catacombe, suggestivo insieme di gallerie del III e IV secolo, prive di pitture, che si stendono su tre livelli nel sottosuolo del complesso, sfruttando anche, come quasi tutte le catacombe, cunicoli e grotte naturali preesistenti, o gallerie scavate per trarne materiale da costruzione e poi abbandonate.

Il martirio della Santa avvenne verso il IV secolo poiché la giovane rifiutò di sposare il figlio del governatore della città; dopo essere stata esposta in un luogo infame, gettata su una catasta ardente senza essere lambita dalle fiamme, la martire fu uccisa con un colpo di spada e il suo corpo fu deposto dai parenti in un campo di loro pruprietà sulla via Nomentana; i sotterranei delln chiesa di S. Agnese in piazza Navona corrispondono invece al luogo del Nel 1V secolo viene costruita sopra la tomba la basilica.

Le catacombe in generale

Le catacombe più antiche e più importanti si trovano nella zona di Roma; già necropoli ( città dei morti ) pagane, collocate secondo l’antica legge romana fuori dalla città, quando la cremazione sostituì quella dell'inumazione le catacombe continuarono a essere utilizzate dai cristiani . Le catacombe consistevano di diverse gallerie e sale sotterranee disposte secondo una pianta a reticolato. I loculi erano nicchie ricavate nelle pareti, una sopra l'altra: contenevano solitamente più defunti di una stessa famiglia (da una a quattro).

Le persone più importanti potevano essere sepolte in una bara di pietra o in un sarcofago scolpito, collocato in un arcosolio, cioè una nicchia ad arco.Le tombe dei martiri, normalmente in sale separate, servivano da altare durante le cerimonie religiose. Spesso le pareti delle camere e delle gallerie in cui erano sepolte personalità importanti venivano decorate con dipinti, raffiguranti simboli cristiani – come il pesce, l'agnello e l'ancora – o scene della Bibbia; alcuni sarcofagi erano inoltre scolpiti a bassorilievo.Nel periodo delle persecuzioni dei cristiani, poiché le aree sepolcrali erano considerate sacre ed erano quindi inviolabili per legge, le catacombe furono usate come rifugio; inoltre, quando le chiese vennero distrutte per ordine imperiale, i fedeli presero a riunirsi abitualmente nelle cappelle sotterranee annesse. Durante le invasioni barbariche le catacombe furono riempite di terra: le loro entrate furono sigillate e i resti dei martiri traslati ( trasferiti ) in luoghi sicuri.

Monumental complex of S. Agnese:

basilica of S. Agnese, mausoleum of S. Constancy and catacombs

 

The catacombs of S. Agnese

He/she/it/you from the inside of the basilica could be agreed to the catacombs, suggestive together of galleries of the III and IV century, deprived of paintings, that stretch on three levels in the subsoil of the complex, also exploiting, like almost all the catacombs, burrows and caves natural [preesistenti], or galleries dig for material [trarne] from construction and you then abandon

The catacombs in general

The more ancient and more important catacombs are in the zone from Rome; already necropolis (city of the corpses) pagan, situated according to the ancient Roman law out from the city, when the cremation replaced that of the burial the catacombs they continued to have used from the Christians. The catacombs consisted of different galleries and underground disposed salt according to a plant to grid. The [loculi] were niches you draw in the walls, an above the other: they contained usually deader than a same family (from a to four).

The more important people could be buried in a coffin of stone or in a graven sarcophagus, situated in a [arcosolio], that is a niche to arc.

The graves of the martyrdoms, normally in separate salt, they served from altar during the religious ceremonies. Often the walls of the rooms and they of the galleries in which they were buried important personality came decorated with painted, [raffiguranti] Christian symbols- like the fish, the lamb and the still- or scenes of the Bible; any [sarcofagi] was besides graven to bas-relief.

In the period of the persecutions of the Christians, since the sepulchral areas were considered sacred and were therefore inviolable for law, the catacombs were used like shelter; besides, when the churches came destroyed for imperial order, the believers began reuniting habitually in underground attached chapels. During the barbaric invasions the catacombs were [riempite] of earth: their entrances had sealed and the rests of the figurative martyrdoms (transferred) in sure places.

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