FORTUNA
Era la dea, romana e italica, del bene e del male, spesso rappresentata con due volti : una bianca (la buona) ed una nera (la cattiva). Avvicinabile alla dea greca Tyche , nei reperti si vede seduta e vestita da matrona, con aspetto mesto, mentre una giovane ( la buona sorte del presente ) bella e lieta le dà la mano destra; ma alle sue spalle si nota un'altra fanciulla, peṛ malinconica ( la buona sorte del passato ). A volte era raffigurata cieca e calva, con le ali ai piedi, ma poteva anche essere rappresentata senza piedi , per far intendere che la fortuna umana non si ferma mai e sempre gira, oppure in un mare agitato, su un promontorio investita dai venti, bendata o in groppa ad un cavallo in corsa , mentre il Fato cerca di fermarla con le sue saette. Nell’antica Roma era molto popolare e numerosi erano i templi in cui la dea era venerata con varie denominazioni : "primigenia , publica, virilis, muliebris, bona, victrix "ecc.. A Praeneste ( Palestrina , prov. di Roma ) la dea aveva il privilegio di un celebre culto oracolare, in cui i responsi erano manifestati attraverso le sortes, tavolette lignee inscritte con caratteri arcaici. Aveva, ed ha, come oggetti simbolici la cornucopia (ricchezza), la palla e la ruota (instabilità) o il timone (governo della sorte degli uomini).